Secondo le linee guida la fibrillazione atriale ( AF ) può verificarsi come un evento isolato, in particolare quando è precipitata da una condizione secondaria o reversibile.
Tuttavia, la conoscenza degli esiti della fibrillazione atriale a lungo termine dopo la diagnosi nel corso di un evento secondario precipitante è limitata.
Sono state esaminate le associazioni tra i primi episodi rilevati di fibrillazione atriale verificatisi con e senza un fattore precipitante secondario, la recidiva di fibrillazione atriale a lungo termine e la morbilità tra i 1.409 partecipanti al Framingham Heart Study con fibrillazione atriale di nuova insorgenza.
Sono stati scelti precipitanti secondari in base alle linee guida ( interventi chirurgici, infezioni, infarto miocardico acuto, tireotossicosi, consumo di alcol acuto, malattia pericardica acuta, embolia polmonare, o altre malattie polmonari acute ).
Tra 439 pazienti ( 31% ) con fibrillazione atriale diagnosticata durante un evento precipitante secondario, chirurgia cardiotoracica ( n=131, 30% ), infezioni ( n=102, 23% ), interventi extra-toracici ( n=87, 20% ) e infarto miocardico acuto ( n=78, 18% ) sono stati gli eventi più comuni.
La fibrillazione atriale è recidivata in 544 persone su 846 senza fibrillazione atriale permanente ( recidive a 5, 10 e 15 anni del 42%, 56% e 62% rispetto al 59%, 69% e 71% senza fattori precipitanti secondari; hazard ratio aggiustato, HR=0.65 ).
Il rischio di ictus ( n=209/1.262 a rischio; HR=1.13 ) e mortalità ( n=1.098/1.409 a rischio; HR=1.00 ) sono risultati simili tra i soggetti con e senza fattori precipitanti secondari, anche se il rischio di insufficienza cardiaca era ridotto ( n=294/1.107 a rischio; HR=0.74 ).
In conclusione, la fibrillazione atriale ricorre nella maggior parte degli individui, compresi quelli con diagnosi di precipitanti secondari.
I rischi di ictus e di mortalità a lungo termine correlati a fibrillazione atriale sono stati simili tra gli individui con e senza fattori secondari precipitanti di fibrillazione atriale.
Studi futuri possono determinare se una maggiore sorveglianza dell’aritmia o l’adesione a principi generali di gestione della fibrillazione atriale in pazienti con precipitanti reversibili di fibrillazione atriale possano ridurre la morbilità. ( Xagena2015 )
Lubitz SA et al, Circulation 2015; 131: 1648-1655
Cardio2015